Skype: titraduco
Scrivici: info@titraduco.com

Storia di una traduzione. Giallo Van Gogh.

11 Luglio 2018
titraduco

 

Dal 7 giugno Giallo Van Gogh è in tutte le librerie, pubblicato dall’Asino d’oro Edizioni di Roma, con traduzione di Maria Letizia Fanello, un romanzo che ripercorre gli ultimi due anni di vita del celebre pittore e che si basa sulla teoria di due storici dell’arte americani secondo cui l’artista non si sarebbe suicidato, ma sarebbe stato ucciso accidentalmente.

Il testo originale, in lingua francese dal titolo Vincent qu’on assassine, è stato scritto da Marianne Jaeglé e ha riscosso molto successo tra i lettori d’oltralpe e gli appassionati della pittura di uno dei più celebri pittori di tutti i tempi.

Le pagine dell’opera alternano avvenimenti biografici, pensieri personali dell’artista e descrizioni di quadri, offrendoci una rappresentazione del pittore a tutto tondo, con un finale inatteso, diverso da quanto finora è stato detto o pensato sulla vita e l’arte del pittore olandese.

Il libro in lingua italiana è stato presentato a Roma in presenza dell’autrice che ha spiegato i motivi e il lavoro di documentazione richiesto per la stesura di questo romanzo. Illuminanti sono state le numerose biografie di Van Gogh e le accurate lettere spedite da quest’ultimo al fratello Theo, in lingua francese, grazie alle quali è stato possibile tracciare non solo gli avvenimenti significativi dei suoi ultimi anni, ma anche i pensieri che li hanno accompagnati. Se Vinçent Van Gogh non si fosse dedicato alla pittura, avrebbe potuto eccellere nella scrittura, per il suo animo complesso, la capacità descrittiva e la cura nell’espressione della propria interiorità che confessava al fratello in ogni sua lettera, come in un diario.

Il compito del traduttore non è mai facile. Sceglie di rimanere nell’ombra per prestare le proprie parole agli scrittori e far sì che delle loro opere possano approfittarne anche persone di altre nazionalità.

Il suo è un vero e proprio atto di creazione che deve permettere al lettore della lingua di arrivo di immergersi nell’atmosfera dell’opera proprio come farebbe in lingua originale.

Come ci spiega la nostra traduttrice, Mara Letizia, responsabile della sede di Ti Traduco a Roma, si tratta di un lavoro a tappe, che non deve prescindere da un’attenta lettura e analisi del libro di partenza, di cui è necessario individuare lo stile, la struttura e il linguaggio. Le scelte traduttive che andranno fatte successivamente dipendono infatti da questa prima fase, in cui il traduttore stabilirà come impostare il proprio lavoro nel rispetto assoluto dell’opera originale.

In questo caso, l’attività traduttiva si è concentrata soprattutto sulla struttura del discorso e sulla musicalità, in quanto il linguaggio utilizzato dall’autrice è sì raffinato, ma allo stesso tempo è semplice e privo di espressioni particolarmente auliche.

In merito alla struttura del testo, il discorso costruito dall’autrice, Madamme Jaeglé, è spesso paratattico, frasi brevi e intervallate da punti, ed è su questo aspetto che il lavoro si è concentrato maggiormente in quanto in italiano questo tipo di costruzione rischia di intaccare il ritmo e la musicalità, rendendoli forzati e innaturali.

Il rispetto della ritmicità della lingua di arrivo ha richiesto quindi un rimaneggiamento della sintassi, senza nulla togliere al senso ovviamente, che ha permesso di restituire al lettore italiano un linguaggio a lui più “confortevole” e naturale.

Tale approccio è detto addomesticante, che tende cioè a trasformare certi aspetti sintattici o lessicali per rendere così la traduzione precisa, ma più vicina alla lingua e alla cultura di arrivo.

È chiaro quindi che quando si affronta una traduzione, a differenza di quanto si possa pensare, le variabili da prendere in considerazione sono molte, perché oltre che con la componente linguistica, il traduttore deve fare i conti anche con altre caratteristiche, proprie di ogni lingua.

Il risultato finale di questo lavoro di traduzione, ci spiega ancora la traduttrice del libro, che spera i lettori possano cogliere, vuole essere un quadro in cui viene mostrata non solo la vita di Vinçent Van Gogh, ma anche la sua sfera interiore, i suoi pensieri e i suoi dolori, proprio com’era nell’intento di Marianne Jaeglé quando ha concepito il suo romanzo.

 

Leave a comment

Apri chat
Hai bisogno di aiuto?
Ciao,
come posso aiutarti?